di Evita Greco
Un libro toccante, coinvolgente e allo stesso tempo semplice e scorrevole
L’abbandono
Ada ha ormai ventisette anni ed è una ragazza cresciuta dalla nonna Teresa che si è presa cura di lei da quando sua madre l’ha abbandonata.
Nonna Teresa ha aiutato la nipote ad affrontare le difficoltà della vita, l’ha aiutata a superare la paura dei cambiamenti e la paura per la perdita delle persone amate. Le è sempre stata accanto e le ha insegnato che tutto “È più facile[..]è più facile di quanto sembri[..] Le cose. Tutte le cose. Anche quelle che sembrano più difficili, anche quelle che passi mesi a prepararle, a pensarci su. Le cose accadono, e passano. E sono più facili. Più facili di quanto pensi.”
Ora questa figura importante, forte, tenera e dolce della sua vita si è ammalata ed è costretta a trascorrere le sue ultime giornate in ospedale. Questa situazione riporta a galla in Ada tutta una serie di paure ed emozioni spiacevoli sul ritrovarsi da sola e abbandonata di nuovo.
Le piccole cose/dettagli
L’esempio che Teresa dà alla nipote, con il suo atteggiamento, la sua sensibilità ed anche franchezza nel non avere tutte le risposte per ogni quesito della vita, è quello di prestare attenzione alle piccole cose come fa lei che ama ballare e non rinuncia ad avere vicino al letto dell’ospedale le scarpe da ballo e che non esce mai senza rossetto. I dettagli anche quelli che potrebbero in apparenza essere superflui, non lo sono mai per chi osserva attentamente e per chi ne ha bisogno. “Non avere paura, se le cose banali ti fanno felice. Le cose banali hanno un pregio: il più delle volte sono vere.”
Anche con il suo ultimo saluto alla vita, il suo dire addio ad Ada attraverso i baci e le carezze, con una tenerezza amara e quasi struggente, trasmette calore, serenità che fanno sembrare un momento così doloroso meno traumatico: “Io tornerò, tornerò da te.” “E dove andrai nel frattempo?” Nonna Teresa aveva riso. “Non importa dove vanno le persone” aveva risposto, “l’importante è che tornino da te.”
Questa visione si contrappone ad un altro personaggio che Ada incontra, l’infermiera Giulia che si occupa della nonna in ospedale e con la quale stringerà una forte amicizia. Ella è quasi l’esatto contrario di Ada.
Giulia è una figura forte, una donna decisa, che sa cosa vuole, sa da dove viene e dove è diretta. La sua vita è un susseguirsi di tappe predefinite, senza soste o deviazioni. Nella vita di Giulia non c’è spazio per la meraviglia, per i dettagli, per le sfumature, per i particolari. Ciò che conta è il quadro nel suo complesso, il resto sono futilità.
Infine troviamo Matteo con la quale Ada vivrà una travolgente passione, ma che la farà soffrire per le sue assenze e omissioni facendo trapelare un aspetto della fragilità inizialmente impalpabile e un’umanità confusa, che porterà Ada già travolta dalla malattia della nonna ad alimentare le sue incertezze e paure di abbandono.
Come affrontare la paura della perdita
La protagonista ricorda le parole della nonna e il gioco che le ha insegnato, riconoscere lo stupore degli inizi. Sì, perché tutte le cose, quando iniziano, fanno un rumore unico e irripetibile, al contrario di quelle che finiscono, che al contrario lo fanno in silenzio. Così le cose che iniziano fanno rumore, un rumore che Ada negli anni impara ad ascoltare. Così a iniziato ad associare ogni nuova esperienza, ogni nuova conoscenza, a un rumore: una porta che sbatte, una voce che canta, il suono delle campane.
Ascoltare le cose che iniziano, non è facile, bisogna stare in silenzio, provare ad allontanare e lasciare andare ciò che è passato, finito, con tutto ciò che ha comportato, emozioni e sentimenti per lasciar spazio alla sorpresa.
Quando la vita ti mette di fronte a situazioni che ti portano a sprofondare, quando sembra non esserci più speranza bisogna sempre prestare attenzione ai rumori, perché gioie inattese e impreviste sono sempre in serbo per noi.
A fianco della protagonista possiamo riflettere su temi importanti quali lo scorrere della vita, confrontarsi con il proprio sé, imparare a guardare in faccia le proprie paure e comprendere che per ogni cosa che finisce, c’è sempre qualcosa che inizia.
“Vedi, Ada, prima o poi le cose devono iniziare. Sono come le strade. Tu sei lì a pensare che una stia finendo, ma in realtà è un’altra che è appena cominciata [..]”
Quante volte ci siamo persi, impantanati nelle situazioni che stavano finendo, che andavano lasciate scorrere, che non potevamo trattenere poiché non dipendevano da noi. Situazioni, persone, circostanze sulle quali non avevamo nessun potere, ecco proprio in quei momenti è necessario mollare, voltare lo sguardo in un’altra direzione e osservare attentamente, anzi come ci suggerisce nonna Teresa ascoltare perché sicuramente qualcosa di nuovo sta per cominciare.